Eccomi di nuovo qui

Grazie grazie grazie a Massimo La Spina!!!!

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Sfoglio le immagini di queste donne di regime.
Sono tutte uguali.
Veline, vallette, escort, candidate, elette e ministre: sono tutte ma proprio tutte uguali, tanto da confonderle tra loro.
Truccatissime a far in modo di far capire che i loro sguardi e le loro labbra si danno daffare, capelli liscissimi, vestiti che fasciano.
Tutte con quell’aria da porcellina senza età, nelle varie gradazioni di colore. Tutte potenziali candidate, nel caso non l’avessero ancora fatto, a essere stampate per quello che non sono certo alle 7 del mattino appena sveglie, sui calendari osè.
Per citarne solo alcune della vasta schiera presente nelle scuderie delle ville del potere e degli studi televisivi: la Patti uguale alla Noemi anche se ci sono più di 20 anni di differenza. La Mara rifatta come la Daniela. La Maria Stella con lo stesso mesaggio di fascino un po’ perverso della Michela Vittoria.
Penso poi alle ragazze che vedo in giro. La maggioranza si è uniformata al prototipo imperante.
La donna come una bambola gonfiabile e che punta ad esserlo.
La donna (come diceva bene il documentario "il corpo delle donne") piegata all’immagine che pensa che voglia di lei un uomo.
La riceca dell’originalità del proprio fascino, la voglia di essere belle ma diverse usando colori e profumi, usando l’ironia, la fantasia e la raffinatezza, calibrando il tutto sulla freschezza o maturità di ognuna, sono criteri scartati per determinare la propria femminilità.
Vogliono essere dei prodotti. Sono prodotti di lago consumo.
E a fronte di prodotti, è giusta l’impostazione di Ghedini: chi le consuma non può che essere definito "fruitore finale"… e un ‘ffanculo a tutte le battaglie delle nostre nonne e delle nostre madri.
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M’avessero detto "le facciamo subito un birillo" sarei stata più serena.
E invece, dall’esame di routine, mi trovo ad aspettare l’esito di due biopsie. E si sa: quel termine apre scenari non certo rassicuranti.
Il medico dice che è un approfondimento dovuto, vista la mia età (ma come si permette? La ginecologa m’aveva detto che avevo due ovaie da ragazza! Ero talmente tanto fiera delle mie ovaie che quasi volevo fare uno status su facebook!) e comunque, anche nel peggiore dei casi, la cosa si risolve con un intervento facile facile perchè quella macchia è piccolina.
Stavo per svenire. Lo confesso. Altro che intervento facile facile. E poi la biopsia fa parecchio male, soprattutto quando ci si sente così umilaiti dalla posizione in cui ci si trova, col medico che tenta di rassicurarti mentre osserva con un microscopio, illuminandola come fosse una starlette che fa la passerella a Cannes, ciò che tu non hai mai potuto vedere.
Sono due giorni che ho la consapevolezza, pesante come un candelotto di tritolo pronto ad esplodere, di avere un utero. Lo sento. Addirittura se mi guardo la pancia riesco anche a vederlo, col suo muso da coniglio e le lunghe orecchie  afflosciate che finiscono, ciascuna, con un pon-pon. A volte mi sorride. Altre invece alza minacciosamente le labbra e fa una brutta smorfia come se ringhiasse.
E quando mi ringhia, ho paura.

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Abbiamo piantato pomodori, zucchine e fragole nell’orto.  Abbiamo anche seminato la salvia, mentre il nostro micino rosso ci guardava dalla finestra in attesa di un po’ di attenzioni.
E abbiamo scambiato belle parole con la vicina di casa, ringraziandola per i complimenti ai colori dei fiori che stanno ravvivando un giardino rimasto per molto tempo abbandonato.
Verrà a cena da noi col marito e la figlia, domenica prossima e non nascondo un certo orgoglio nel farle vedere come abbiamo arredato la casa.
Il sole ci ha poi abbronzato la pelle e voci amiche al telefono hanno ridotto le distanze geografiche.
La domenica a casa, nella nostra casa, ha assunto così un significato rotondo e pieno, a dare conferma che il "noi" -che sento così forte da un anno- è il luogo dove stare.
Pensavo di essere fatta così: anima irrequieta e sempre in fuga.
Non avevo mai pensato alla sottile ipocrisia di questo mio modo di giustificarmi, rifugiandomi negli altrove per non prendere decisioni e sopportare meglio la solitudine di un rapporto esaurito da tempo.
Fotografo poco e scrivo ancor meno, questo è vero. Ma credo che sia perchè non ho più bisogno di fissare la bellezza per credere che c’è.
La bellezza c’è nella sua fatica a render fertile il nostro orto e che inumidisce i nostri baci, salandoli. C’è nei guizzi di un tappo di sughero, che lui muove per divertire il micino e c’è nella mia attesa di vedere i loro sguardi rivolgersi verso di me per farmi partecipare alla loro armonia. C’è nelle sue carezze e nel suo dirmi di sorpresa che sono "gnocca" anche quando non lo sono affatto, e nel vedere i suoi occhi diventare di zucchero filato quando incrociano i miei nella nostra penombra.
La bellezza c’è nella nostra confidenza di parole e piccoli gesti quotidiani che si rinnovano con immutata magia.
A me basta guardare questo, non ho più bisogno di andare via, "Ho posato la mia valigia e finito il mio viaggio",  come diceva Barbara in una vecchia canzone francese. Il mio altrove s’è fatto concreto: è  qui, è nell’adesso,  in un uomo meraviglioso, in una casa dai colori morbidi  dove è bello stare  e nei tanti sogni, tutti da realizzare insieme.
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Biutiful

Dopo aver letto le dichiarazioni di Veronica, la replica di Bellicapelli e l’intervista a Piernoemi, penso che sia giunto il momento di stendere sull’intera vicenda, una velina pietosa.

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L'ennesima devastante gaffe, ma noi non possiamo dirlo

No, non possiamo, perchè non bisogna fare polemica in un momento come questo. Perchè in questi momenti deve venir fuori l’unità nazionale davanti alla tragedia.
Continuano a ripetercelo.
Poi però ti sparano dalle tivvù, tronfi di se stessi, CdM in diretta con il Presdelcons e i Ministri che chiedono e si promettono 1200 uomini per la mattina dopo, chiedono infastiditi ai terremotati che hanno perso tutto e si lamentano per l’assenza di tende, servizi igienici e cibo dopo 20 ore dal sisma e sotto la pioggia "Vuole dare un messaggio di speranza?". Ti fucilano con notizie falsate o con non-notizie che interessano solo a loro, sugli share raggiunti per la pornografia messa in onda la sera prima.
Sfruttano conferenze stampa per spot personali su altro e si tuffano a singhiozzo tra gli sfollati facendo battute di pessimo gusto. Si fanno proclami per raccogliere consenso, perchè va tutto bene. Perchè è tutto sotto controllo.
E intanto la gente scava tra la polvere. E intanto la gente non ha più nulla e dorme al freddo.
Ne ho piene le balle dell’unità nazionale! Voglio tornare a potermi indignare senza essere accusata di remare contro la nazione.
E lo faccio grazie alla lettura di alcuni titoli di giornali stranieri:

http://www.guardian.co.uk/world/2009/apr/08/italy-earthquake-berlusconi

http://www.elpais.com/articulo/internacional/Nuevos/temblores/fuerzan/policia/italiana/evacuar/presos/maximo/riesgo/elpepuinteur/20090408elpepuint_7/Tes

http://www.lemonde.fr/europe/article/2009/04/08/l-italie-commence-a-enterrer-ses-morts-apres-le-seisme-des-abruzzes_1178332_3214.html#ens_id=1177047

http://www.liberation.fr/monde/0101560951-seisme-les-bons-conseils-de-berlusconi-aux-rescapes

http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/italy/5124102/Italy-earthquake-Berlusconi-says-homeless-should-see-it-as-camping-trip.html

http://www.n-tv.de/1133800.html

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este_27114902_49110"Scatta l’ora legale, panico tra i socialisti" recitava un mitico titolo di Cuore di qualche anno fa.
Tra sabato e domenica prossima, invece, il panico non ci sarà -ci assicurano dalla regia- e questo, grazie a qualche simpatico e distensivo stacchetto musicale, suonato dall’orchestra di Demo Morselli

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Eppure ci sei ancora.
Ci sei ancora nella certezza di poterti incontrare salendo le scale del tribunale, in un giorno d’udienza e magari di sentirti raccontare che qualcosa si è sbloccato e che hai ripreso a dipingere. Ci sei ancora in quei quattro romanzi chiusi in un cassetto, nell’attesa che trovassimo tempo per occuparci anche di quello.
Ci sei ancora nella convinzione che ci sei e ci sarai sempre, nella vita come sul lavoro, a darmi le parole confortanti e capaci di guidarmi al di là del poco tempo a disposizione. Ci sei anche qui, tra questi post, e nella voglia di colmare la nostra curiosità su una sconosciuta Venere di Botticelli. Avremmo trovato il tempo, prima o poi, di andare a Torino. Ne ero sicura.
Ci sei in tutte le mie foto, grazie all’incoraggiamento che mi hai sempre dato. Te lo dissi a settembre, in occasione dell’inaugurazione della mia prima mostra. Mi commosse vederti commosso e mi commosse il progetto di fare una mostra insieme, tra pittura e fotografia, per raccontare agli altri le storie che scovavamo per strada. Avremmo avuto il tempo anche per quello. Tu forse non ne eri più convinto. Ma io sì. Ero sempre io a dirti di non preoccuparti, che c’è tempo per tutto.
Ci sei anche adesso, presente oggi come non mai, malgrado la telefonata di questa mattina ad annunciarmi che ci avevano rubato il tempo.
E questo è un sogno che non riesco a interrompere, per darci ancora del tempo.
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Hanno passato il segno

Ronde, delazioni e schedature non sono roba da paese democratico e provo schifo per quel che sta avvenendo in Parlamento.

Aderisco quindi all’iniziativa di Giuseppe Civati (clicca qui, se vuoi aderire anche tu)

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Milano 10/01/09Sabato guardavo sfilare per Corso Buenos Aires, a migliaia di chilometri dalla loro terra, i loro occhietti seri. Nelle mani foto atroci di Gaza, nelle piccole bocche parole rancorose.
"Israele via via, Palestina terra mia!".
Non voglio cadere -come fanno in molti nel giudicare buoni e cattivi- nell’irrazionale tifo da stadio, ma ho pensato che il seme dell’odio con quell’attacco, è stato seminato anche nella generazione successiva.
Non ci sarà mai risarcimento possibile per le loro anime ferite da quelle bombe. Non ci sarà mai, per loro, vera pace.
E questo mi basta, per decidere oggi da che parte stare.
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